Cuore di stoffa

Non tanto tempo fa, in un luogo vicino al regno delle fiabe, viveva un drago di nome Eliot. Ma attenzione! Non si trattava di un drago come gli altri, perché non sputava fuoco, né pranzava con cosce di pecora. Era invece piccino piccino e negli occhi non aveva pupille, ma due punti di cucito in filo nero. A differenza dei suoi antenati, non era nato in una grotta di montagna, ma lo aveva fabbricato un costruttore di giocattoli, per regalarlo alla nipote di un amico.

«Altro che drago!» diceva sempre l’artigiano. «Hai ali troppo piccole per volare e artigli di panno che non possono lasciare un graffio; ma anche se nel tuo petto c’è un cuore di stoffa, saprai rendere felice una bella bambina.»

Mai furono dette parole più vere! Quando Valentina conobbe il piccolo Eliot, lo strinse al petto forte forte. Lo amava per la linguetta arancione che penzolava dalla bocca, per le guance larghe che ricordavano un criceto, per la pancia morbida da solleticare nei momenti di tristezza, ma soprattutto per quel grande sorriso che scaldava ogni cuore.

«D’ora in poi io e te non ci separeremo più» diceva e la sua voce da bambina era così dolce che anche il drago di peluche si innamorò di lei.

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