Gli uccelli della cittadina di Dora invidiavano Gringot il Corvo. Viveva in una casetta in via dei Trucioli, dietro l’officina del falegname, e aveva una gabbietta grande quanto un armadio, nella quale non mancavano mai né cibo, né acqua. Anna, la sua padroncina, gli dava tutte le mattine il buongiorno e tutte le sere, prima di rimboccarsi le coperte, la buona notte.
A Gringot però non piaceva la sua vita. Ogni pomeriggio Anna apriva la porticina della voliera e gli permetteva di esplorare la stanza, ma il giovane corvo si chiedeva cosa si provasse a spiegare le ali nel cielo di primavera e a piroettare in mezzo a nubi simili a zucchero filato.