Rimaneggiare vecchie bozze

Una domanda per chi scrive

La fantasia mi ha sempre portata a elaborare troppe storie, la capacità logica mi ha trattenuta dallo scriverle. Parto dal presupposto che la prima idea spesso è la più immediata, quindi la più scontata, quindi quella che potrebbe avere un potenziale, ma con troppi però

Per questo, a meno che il richiamo di una storia non sia inarrestabile – e succede raramente –, tendo ad archiviare trame, bozze e spunti in una cartella del computer: il calderone delle idee.

Poi aspetto, come se le idee, da sole, potessero riaffiorare dalle profondità di un pozzo, arrampicarsi sui muri intaccati dal calcare e tornare da me. Se arrivano in maniera spontanea, significa che nascondono del buono, sono animate da uno spiritello frizzante che renderà più stimolante il processo di scrittura. 

Trova il famoso calderone delle idee!

Mi è successo anni fa con Binomio, di recente con Come vento. A volte, però, ci sono le idee timide, quelle che non risalgono dal fondo del pozzo con uno slancio irruente, ma prendono una bracciata indecisa, poi fanno una pausa, poi danno un colpo di reni e alla fine restano lì, un pelo sotto la superficie dell’acqua. Dunque che fare? Gettare la mano e afferrarle, costringerle a diventare parole concrete o lasciarle decantare finché non troveranno il coraggio di emergere da sé?

Non sono una persona che deve scrivere per forza. A volte la vita è troppo incasinata e devono passare mesi, forse anni, prima di trovare la serenità per iniziare una nuova storia. Però ci sono quei giorni in cui la testa è satura e ho un bisogno fisico di parole, di imbrattare un foglio, di prendere una di quelle idee timide e iniettarle il coraggio di diventare reale. 

In genere sono sempre trame complesse, spesso articolate quando erano più giovane. E forse dietro questo fattore – l’età – si nasconde la mia titubanza, forse gli anni che sono passati mi impediscono di sentire quella storia completamente mia. 

Perché io sono cambiata, il mio modo di scrivere è cresciuto, perfino il mio interesse nell’orchestrare un intreccio si è evoluto. La soluzione sarebbe semplice: lavorarci, svecchiarlo, renderlo più vicino alla me del presente, smussare gli spigoli tipici dell’adolescenza. 

E via con l’ennesimo però, il primo di una lunga serie: però è difficile, però snaturerei la storia, però non sarà mai all’altezza dell’ultima che ho scritto, però si sentirà che la matrice di base è più infantile. 

Tutto questo flusso di pensieri, per dire che trovo molto più complesso rimaneggiare una storia vecchia rispetto a scriverne una nuova da zero. La scrittura da zero è più spontanea, non mi porta a litigare con la me del passato, a essere costantemente in bilico tra l’innovare e il tradire l’idea di partenza.

Allora, mi suggerirete, limitati a scrivere partendo da zero! Anche qui non è così semplice, perché serve del tempo prima che una trama soddisfacente mi colpisca. Così mi chiedo: in attesa di una nuova “scintilla”, è il caso di prendere coraggio e riesumare vecchie storie? Di costringerle a riaffiorare dal mio calderone di trame e scalette?

Una parte di me pensa di poter fare un tentativo, senza condividere con il pubblico di Wattpad, più che altro per tenere allenata la scrittura; l’altra ha paura di buttare il tempo e di bloccare l’ascesa di una storia totalmente nuova.

Voi in genere come vi comportate? Date una possibilità ai racconti che avete ideato in passato? O preferite lasciar perdere e concentrarvi soltanto su nuovi progetti?

Conoscendomi, aspetterò che il lavoro si tranquillizzi e poi credo che prenderò qualche vecchia storia soltanto per allenarmi un po’.

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